Le sue origini
Se sei appassionato di fotografia sicuramente conoscerai la regola dei tre terzi, ma sai da dove deriva?
Le sue origini risalgono al mondo greco romano, il suo più grande teorico fu l’architetto e scrittore Vitruvio Pollione autore del celebre De Architettura, scritto in onore di Augusto imperatore.
Un testo celebre, punto di riferimento per l’edilizia e la storia dell’arte a partire dall’epoca romana fino al Rinascimento.
L’attenzione di Vitruvio si rivolse nei confronti dell’organizzazione compositiva del soggetto in relazione allo spazio, ovvero la sezione aurea.
Ma quindi che cos’è la sezione aurea?
La sezione aurea è una rappresentazione figurativa del numero aureo che per convenzione equivale a 1,618.
“La sezione aurea di un segmento è, per definizione, la parte del segmento che è medio proporzionale tra l’intero segmento e la parte rimanente”.
A tale principio seguì la successione ricorsiva di Fibonacci, ovvero dalla ripetizione del modulo della sezione aurea è possibile costruire una spirale.
Questo principio fu declinato in moltissimi campi artistici, uno tra tutti la pittura.
La divina proporzione
L’Uomo vitruviano di Leonardo da Vinci è la rappresentazione figurativa di tale teoria matematica, nota anche come divina proporzione, in cui ogni singola parte del corpo è messa in relazione con il corpo intero, dando luogo ad una figura armonica e perfettamente proporzionata. Da tale rappresentazione seguì il principio secondo il quale l’uomo è misura di tutte le cose.
La regola dei terzi
Anche la fotografia, come figlia dell’arte figurativa, fece proprio tale principio semplificandolo e declinandolo in diversi modi, a seconda del soggetto inquadrato.
Tale regola di composizione è chiamata regola dei terzi. L’immagine viene divisa da due linee guida verticali e due orizzontali, così da ripartire il campo visivo in nove riquadri.
Per ottenere una fotografia dinamica e al tempo stesso equilibrata il soggetto dovrà collocarsi in uno dei punti d’intersezione delle linee guida.